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LA SPADA NELLA ROCCIA

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2007 01:26
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Re dei Normanni
08/04/2007 01:26
 
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storia o leggenda?



Uno dei più grandi misteri della storia avvolge la leggenda della Spada nella Roccia, la mitica Excalibur o forse unaltra spada che donò il regno ad Artù. Fitta è la nebbia che avvolge questa storia, la cui verità si è persa col passare del tempo.

Molte delle leggende raccontano di questa spada e di come un prescelto sia riuscito ad estrarla dalla roccia. Come sappiamo, spesso le leggende si confondono tra di loro: la leggenda di Re Artù si confonde con quella della mitica spada dai poteri magici. Riportiamo di seguito la versione della leggenda in cui si narra appunto di come il giovane Artù abbia compiuto limpresa che mai nessuno era riuscito a portare a termine prima dallora.

Tutti i più importanti uomini del regno si riunirono il mattino di Natale a pregare in chiesa e sul sagrato scorsero un grande masso di marmo, al centro del quale era inserita unincudine nella quale era infitta fino allelsa una spada. Attorno alla spada erano incise queste parole: Chi estrarrà questa spada dalla pietra e dallincudine sarà il legittimo re dInghilterra.

Tutti i più forti cavalieri si provarono a estrarre larma, ma ebbero un bello sforzarsi: la spada non si mosse di un pollice. Il vero re non è qui disse larcivescovo della chiesa, ma Dio ce lo farà conoscere. Che dieci uomini vigilino su questa spada finché non arriva. Nel frattempo, si decise che tutti i cavalieri avrebbero provato ad estrarre la spada a turno, e in attesa della comparsa del legittimo sovrano si stabilì di tenere un torneo il giorno di Capodanno, in modo che tutti intanto restassero uniti.


La notizia della spada miracolosa e del torneo si diffuse rapidamente dappertutto, e uno dei cavalieri che si recò a Londra per provare le proprie forze fu Ector, accompagnato da suo figlio Cei e da Artù. Cei era stato armato cavaliere solo due mesi prima, e Artù era il suo scudiero. Era il primo torneo di Cei, il quale savvide di aver lasciato la propria spada allalloggiamento, e disse ad Artù: Su, corri a prendermi la spada. Artù andò alla casa dove alloggiava Cei, ma questa era chiusa: tutti erano andati ad assistere al torneo. Cei non può restare senza spada tutto il giorno pensò il ragazzo. Andrò a prendergli quella infissa nel masso davanti alla chiesa. In quel momento il sagrato era deserto. Artù impugnò la spada, la estrasse senza la minima difficoltà e la portò a Cei, il quale subito la impugnò e la riconobbe. Corse dal padre e gli disse: Sire, ecco la spada infilata nel masso. E chiaro che devo essere io il re. Sir Ector abbandonò il torneo, portò il figlio in chiesa e gli ordinò di dirgli, giurando sulla Bibbia, come aveva avuto la spada. Padre! esclamò Cei, me lha data Artù.

Allora Ector chiese ad Artù come si fosse procurato la spada, e Artù gli riferì come si erano svolti i fatti. Non cera nessun guardiano sul sagrato?, chiese Sir Ector. No, rispose Artù. Adesso so che tu devi essere il re di questo paese. Perché proprio io?, domandò Artù sbalordito. Perché questa è la volontà di Dio, rispose Ector. Nessuno, salvo il legittimo sovrano, può estrarre la spada dal masso e dallincudine. Adesso fammi vedere se sei in grado di infilare di nuovo la spada nel masso e di estrarla nuovamente. E Artù: Ma è semplicissimo e rimise larma al suo posto. Sir Ector provò allora a svellere la spada, ma invano. Ordinò al figlio di fare lo stesso. Anche Cei ne fu incapace, per quanti sforzi facesse. Adesso prova tu, disse Sir Ector ad Artù, vediamo se sei in grado di estrarla. E senza il minimo sforzo, impugnata la spada, la estrasse dal masso. Allora Ector gli svelò il segreto della sua nascita e come egli fosse stato portato in gran segreto da Merlino. Artù ne fu rattristato perché credeva che Sir Ector fosse il suo vero padre, ma lamore tra i tre restò saldo quanto prima. Andarono dallarcivescovo a spiegargli quanto era accaduto, e il prelato decretò che di lì a dodici giorni tutti i cavalieri dovessero radunarsi unaltra volta, perché le pretese al trono di Artù fossero comprovate pubblicamente.

Ognuno tentò ancora di svellere la spada, ma sempre invano. Soltanto Artù la estrasse senza sforzo. Gli invidiosi cavalieri, però, non restarono affatto convinti, e pretesero unaltra prova, irritati allidea che un giovane sconosciuto regnasse su di loro. Dopo la terza prova il popolo proclamò a gran voce la sua fede in Artù, e finalmente poveri e ricchi si inginocchiarono concordi davanti al nuovo sovrano da tutti riconosciuto tale. Solo allora Merlino rivelò allassemblea dei signori e dei popolani chi fosse il vero padre di Artù. Questi prese la spada e andò a porla sullaltare, giurando che sarebbe stato un buon re e che avrebbe difeso la verità e la giustizia ogni giorno della sua vita. E lo stesso giorno, larcivescovo armò Artù cavaliere e lo unse re, ed egli da allora regnò con saggezza e prudenza.

[Modificato da KingRoger_the_evilcracker 08/04/2007 01:26]
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